domenica 28 agosto 2011

28 agosto


Sono solo! Mi hanno accompagnato all’aeroporto di Charleroy e gli ultimi sono partiti con la Pòlo alla volta di Martignano. E’ proprio vero che ogni posto è brutto se sei solo. Mi siedo su una panchina della sala delle partenze e scrivo.
Mi sembra di essere qui da secoli invece siamo partiti giovedì all’alba da casa e oggi è solo domenica, ma quante cose abbiamo fatto. Per chi ancora non lo sapesse l’Orchestra Fuoritempo ha portato il suo spettacolo sull’emigrazione direttamente nel luogo simbolo di questo fenomeno nella prima metà del ‘900: il Belgio e in particolare Marcinelle dove l’8 agosto del 1956 una tragedia mineraria ha ucciso 262 lavoratori e ne ha risparmiati solo 6.
Contro tutti e tutto abbiamo fortemente voluto suonare all’interno del museo della miniera di Bois du Cazier ed è stato un successo: una serata dove il pubblico non ha assistito ad un concerto ma bensì ad un tributo alla memoria affinché non si dimentichi il passato. Contro avevamo il consultore della provincia di Trento il quale fin dall’inizio, non avendo assolutamente capito niente di ciò che volevamo creare, ha tentato di fermarci dicendo che agosto è un brutto periodo, non c’è nessuno, il museo chiude alle 15.00, non possiamo ospitarvi…………….. Meno male che Fausto è più tenace di tutti e quando si mette in mente di fare una cosa per i ragazzi ci crede fino in fondo. Pausa. Mi ha chiamato mia moglie: gran donna! Senza il suo aiuto non sarei qui. Ha la capacità di entusiasmarsi solo delle cose che le racconto dei viaggi, dei ragazzi, delle prove.
Proseguendo sono contento dell’estate che si sta concludendo; il progetto orchestra Fuoritempo è cresciuto non solo in termini numerici (erano in 47!) ma intermini di crescita del gruppo ed individuale. La settimana di campo musicale ha avuto l’effetto di portare su uno stesso piano fra di loro tutti i ragazzi che hanno aiutato i più deboli nella scoperta di nuova sicurezza personale. La musica, il sonare insieme ha formato un gruppo talmente compatto che sono sicuro, grazie alle forti emozioni che tutti hanno provato nelle esecuzioni, si manterrà tale per tanto tempo. Nel concerto di Marcinelle ho voluto che il pubblico ascoltasse in silenzio senza applaudire tutto il concerto e questo ha creato un ulteriore concentrazione ed emozione in tutti. L’unione con l’orchestra Amadeus ha svegliato nei ragazzi la curiosità nello straniero cercando dei contatti per degli scambi; sarebbe stato bello fosse durato un po’ di più.
I luoghi e le persone che abbiamo incontrato sono persone fiere anche se l’atteggiamento rispecchia una società che un tempo ricca è ancora aggrappata alla perduta prosperità; nella musica usano termini importanti che non hanno riscontro nella realtà: mi viene in mente, ad esempio, che usano il termine orchestra o grande orchestra per definire ciò che per noi è una semplice banda. Mancano del confronto con l’esterno ma so anch’io che una piccola città non sempre corrisponde a tutta la nazione. Annie Giovanazzi, la presidente del circolo trentini nel mondo di Charleroy è una cara persona, disponibile, premurosa e di cuore. Appena a Trento gli scriveremo una lettera di ringraziamento.
Un capitolo a parte lo meritano i genitori che ci hanno seguito: sono stati tutti preziosissimi. Ognuno ha dato una mano con il proprio saper fare e scommetto che questa esperienza ha arricchito anche loro.
La casa che ci ha ospitato tutti e settanta, detta casa degli acari, è diventata la nostra casa e, nonostante il degrado dello stabile ognuno ha trovato il proprio spazio.
L’assessore Beltrami ci ha invitato nel suo ufficio a fine mese per discutere di un  progetto da fare insieme il prossimo anno: Gerusalemme.
Con un papà abbiamo già definito gli obiettivi ed i possibili contatti che un’esperienza di questo tipo potrebbero creare per fare in modo che da Trento parta un ulteriore messaggio di pace e di fratellanza.
E’ ora di fare colazione. Sto diventando troppo misitico!

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